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CIG 64 Torino Lione
CIG 64 Torino Lione

La gestione binazionale dei materiali di scavo diventa realtà

Dopo il passaggio ai Ministeri italiano e francese, diventa operativo l’accordo che, per la prima volta in Europa, consente il riutilizzo binazionale dei materiali di scavo all’interno dei cantieri transfrontalieri della stessa opera. L’intesa, che ha richiesto oltre tre anni di lavoro congiunto, è stata approvata durante la seduta della Commissione intergovernativa che si è svolta il 13 dicembre 2022 a Roma.

Ad aprire la CIG è stato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, seguito da un videomessaggio dell’omologo francese, Clément Beaune. Presente anche la Coordinatrice del Corridoio Mediterraneo, Iveta Radičová oltre ai presidenti della CIG, Josiane Beaud e Paolo Foietta.
In occasione dell’incontro i capi dei due dicasteri hanno anche sottoscritto una nota congiunta indirizzata alla Commissione Europea in cui hanno voluto sottolineare l’importanza strategica dell’opera e della necessità del cofinanziamento europeo.

L’accordo sui materiali di scavo

Il perfezionamento dell’accordo binazionale apre alla possibilità di fare attraversare ai materiali di scavo i confini nazionali per essere riutilizzati nella costruzione della sezione transfrontaliera della Torino-Lione tra la Val di Susa e la Maurienne, arrivando fino al 60% di valorizzazione della roccia estratta nel corso dei lavori. Questo materiale potrà essere utilizzato nel calcestruzzo impiegato per i rilevati ferroviari o nei conci per rivestire le gallerie.
Oltre a massimizzare gli obiettivi di economia circolare del progetto, la decisione porta altri due vantaggi: la diminuzione dei tempi di stoccaggio delle rocce e la riduzione degli acquisti di materiali provenienti da siti esterni a quelli della Torino-Lione. Si concretizza così il principio del “Cantiere unico” che fissa l’insieme dei cantieri dell’opera come un unico sito il cui perimetro è definito nel Trattato internazionale del 2012.
Dal punto di vista giuridico è previsto che ai materiali sia applicata la legislazione ambientale del Paese in cui vengono riutilizzati e che sia l’autorità nazionale competente a garantire la loro corretta gestione da parte del promotore pubblico.

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