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rospo calamita
rospo calamita

Rospo calamita

Ci abbiamo provato, ma non funziona. No, non si trasforma in principe azzurro. Tuttavia, il Rospo Calamita (o Epidalea Calamita o Bufo Calamita) è una specie protetta e a rischio, seppur minimo, di estinzione. Chi ha esperienza nei cantieri per la Torino-Lione sul lato francese, si chiede per quale ragione si debba proteggere una specie così poco graziosa (ma è solo una questione di gusti) e che a primavera, periodo di riproduzione, appare tanto copiosa sulle piattaforme di lavorazione.
Il fatto è che il Rospo Calamita è una specie “pioniera”, ovvero che colonizza rapidamente habitat che gli sono favorevoli, ma globalmente la specie soffre di una forte diminuzione della popolazione per via della perdita di ambienti naturali con le caratteristiche necessarie alla sua sopravvivenza. Da qui il divieto di uccidere questi piccoli anfibi e l’obbligo di compensare la distruzione dei luoghi favorevoli alla riproduzione, presenti in precedenza su alcune delle aree oggi occupate dai cantieri di Saint-Martin-la-Porte.
Per questo tra la primavera e l’autunno 2015, TELT ha realizzato una rete di siti favorevoli alla riproduzione dei Rospi Calamita, tra i comuni di Saint-Julien e Saint-Martin-la-Porte in Maurienne, siti sui quali sono stati per altro trasferiti via via gli esemplari catturati sulle piattaforme di cantiere, per evitarne la distruzione. In pratica, con il supporto tecnico di un ecologo specializzato in erpetologia, sono state realizzate 6 pozze di 30-60 m² ciascuna, circondate da “hibernacola” (rifugi naturali in cui passano l’inverno gli anfibi), su particelle di terreno delle terrazze alluvionali del fiume Arc, di cui TELT ha potuto acquisire l’uso tramite accordi e convenzioni con gli attuali proprietari, essenzialmente il gestore autostradale SFTRF. Pannelli e, dove necessario, recinzioni leggere, permettono di proteggere l’habitat ricreato e di informare i passanti curiosi. L’efficienza di questa misura di compensazione verrà valutata negli anni attraverso un appropriato monitoraggio basato su un protocollo di validità scientifica. TELT sta inoltre realizzando uno studio sulla ripartizione della specie in tutta la Maurienne, che darà i propri risultati nel prossimo autunno.E fiducia rispetto alla buona riuscita dell’operazione la danno i primi risultati: durante la scorsa estate infatti è già stato possibile osservare la presenza di numerosi anfibi sulle pozze già create.

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