A quasi due anni dalla frana che ha paralizzato i collegamenti ferroviari tra Italia e Francia attraverso la Val Maurienne, il 15 maggio si è svolto a Modane, presso La Rizerie – la Maison du Lyon-Turin – un workshop tecnico organizzato dal Mediterranean Rail Freight Corridor (MedRFC), ospitato da TELT. L’evento ha riunito gestori di infrastrutture, operatori ferroviari, rappresentanti istituzionali e stakeholder europei per fare il punto sulla gestione dell’emergenza, le misure straordinarie adottate e le prospettive per un sistema ferroviario più resiliente e interconnesso.
Una giornata di dialogo e cooperazione
Moderato dal direttore del MedRFC Raffaele Zurlo, il workshop ha visto la partecipazione del sindaco di Modane, Jean-Claude Raffin, del coordinatore europeo del Corridoio Mediterraneo della rete TEN-T, Mathieu Grosch, e di rappresentanti di TELT, SNCF Réseau, SFTRF e altri attori chiave della gestione ferroviaria europea. Tutti hanno sottolineato l’importanza di rafforzare la cultura della resilienza infrastrutturale e di accelerare i progetti strategici per garantire la continuità dei collegamenti internazionali.
L’incontro ha riaffermato il ruolo di Modane come snodo simbolico e operativo della nuova mobilità ferroviaria italo-francese. Un ponte non solo geografico, ma anche istituzionale e tecnologico tra due Paesi e tra presente e futuro.
Una frana, un blocco, una prova cruciale
Il 27 agosto 2023, una frana di grandi proporzioni ha interrotto improvvisamente il traffico ferroviario sull’asse Torino–Lione, portando alla chiusura della linea ferroviaria e del traforo del Fréjus. Il ripristino completo del collegamento è avvenuto solo il 31 marzo 2025, dopo 19 mesi di interruzione che hanno avuto un impatto profondo sul traffico merci europeo.
Durante il workshop, SNCF Réseau, SFTRF e il Département de la Savoie – attori chiave nella gestione dell’emergenza – hanno presentato le operazioni svolte in un contesto alpino complesso: dalla messa in sicurezza e riparazione delle infrastrutture alla gestione di percorsi alternativi. Un lavoro corale che ha coinvolto ingegneri, tecnici e autorità pubbliche: un esempio concreto di risposta coordinata a una crisi infrastrutturale.
La risposta all’emergenza causata dalla frana di La Praz ha messo in luce uno sforzo tecnico e umano straordinario. Oltre 15.000 m³ di roccia sono crollati tra il 27 e il 28 agosto 2023, dando il via a 18 mesi di lavori ininterrotti. Le squadre hanno lavorato 7 giorni su 7, spesso in condizioni climatiche estreme, con fino a 23 rocciatori in contemporanea sulla parete e 7 macchine radiocomandate, tra cui due escavatori da 50 tonnellate, impiegate per proteggere la galleria ferroviaria. Sono stati posati oltre 5 km di ancoraggi e 23.000 m² di reti protettive. Un’operazione cofinanziata dal Département de la Savoie, SNCF Réseau e SFTRF, che ha rappresentato un modello esemplare di partenariato e innovazione nella gestione infrastrutturale alpina.
TELT e la visione di lungo periodo
Maurizio Bufalini, direttore generale di TELT, ha illustrato lo stato di avanzamento del tunnel di base della Torino–Lione, destinato a diventare il fulcro del futuro asse ferroviario europeo tra il Mediterraneo e il Nord Europa. Il tunnel, attualmente in costruzione, rappresenta una soluzione strategica per evitare colli di bottiglia e rafforzare la resilienza dell’intero sistema.
La frana del 2023 ha evidenziato la vulnerabilità delle attuali infrastrutture transfrontaliere. In quest’ottica, la Torino–Lione non è solo una risposta tecnica, ma un passo fondamentale verso un sistema ferroviario più sicuro e sostenibile, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.
L’impatto economico e la sfida della ripartenza
Le imprese ferroviarie hanno ricordato l’impatto economico della lunga interruzione: ritardi, aumento dei costi, perdita di traffico merci e difficoltà logistiche. La riapertura della linea non segna solo un ritorno alla normalità, ma l’inizio di una fase di rilancio, con l’obiettivo di recuperare i volumi persi grazie a maggiore efficienza, interoperabilità e affidabilità dei servizi.
Il workshop è stato quindi un momento chiave per condividere le lezioni apprese e le sfide future. Tra tutte, la cooperazione transfrontaliera, unanimemente riconosciuta come condizione essenziale per costruire un sistema di mobilità ferroviaria integrato a livello europeo.